LA
DOLCEZZA O ANGELICITA' DEL GENTIL SESSO:
LUOGO COMUNE, STEREOTIPO, MITO O CHE?
SUE RICADUTE SULLA COPPIA
La
convinzione che la donna sia dolce per natura è talmente radicata,
e da tanto tempo, tempo che il contrario viene tuttora considerato
un'eccezione o qualcosa avente a che fare con un particolare momento
o periodo, con le nevrosi o con una devianza sessuale.
La locuzione gentil sesso è indicativa.
Per quanto riguarda la coppia coniugale, in genere non si tiene conto
che, sfumata la fase della seduzione - che può sintonizzarsi
con quella del corteggiamento da parte di lui -, non ci si trova più
sulla luna di... miele, bensì con i piedi per terra, di fronte
a una realtà relazionale alquanto diversa.
Neanche dopo la divulgazione di tanti documentari etologici si fa
caso al fatto che si devono alla maternità i comportamenti
di toccante dolcezza da parte di ogni femmina: da quello dei rapaci
sino a quelli delle belve più feroci mentre, come partner,
la femmina si mostra nel ruolo di intransigente coadiutrice della
selezione naturale.
In natura, infatti, nei rapporti tra i due sessi è di gran
lunga predominante il fenomeno per cui il maschio (per accoppiarsi
con una femmina) debba affrontare una specie di concorso per titoli
e prove pratiche espletando il ruolo di proponimento della trasmissione
del proprio patrimonio eredo-genetico, mentre la femmina si dimostra
nella posizione di chi valuta le esibizioni dei candidati concorrenti
e decide di conseguenza.
Come partner coniugale, la donna dolce può dar luogo a delle
complicazioni, specialmente se a livello profondo il rapporto si è
instaurato sin dall'inizio in base a predominanti componenti proprie
di quello primario (cioè in base a istanze di tipo figlio/genitore),
oppure se, con il tempo, sarà inavvertitamente regredito a
questo livello.
Né potrà esser sempre motivo di vanto il fatto che la
donna sia più integrata riguardo al binomio sesso e affetto.
In effetti, se questo è di tipo infantile, lei cercherà
di soddisfare la propria fame di mamma con il marito.
Le complicazioni transferali saranno pressocché inevitabili
quanto pregiudizievoli, soprattutto perché esse sono generalmente
sottese da risentimenti repressi nei confronti del propri genitori
e familiari, quindi da "conti da regolare" per via transferale.
Si ricorda in proposito che la psiche tende a salvare le persone dalle
quali si dipende di più affettivamente e da cui si è
rimasti in qualche misura plagiati durante i primi anni di vita. Per
la legge del taglione vigente nell'inconscio si va alla ricerca di
nuovi bersagli su cui rivendicare i torti subiti (sia pure quello
della sottrazione delle cure parentali da parte di un fratellino,
di una sorellina e di chiunque altro si sarà reso responsabile
del mancato apporto di fattori di crescita bio-psico-sociale al proprio
Io).
Siccome l'uomo prova un'amara delusione di fronte a un comportamento
improntato a rigidità - specialmente quando esso provenga dalla
partner coniugale - vedremo che egli sarà indotto, quasi automaticamente,
a regredire sollecitando, la donna ad assumere un tono materno nei
suoi confronti; e atle procedimento sarà avviato malgrado egli
ignori un'importante verità primaria, ovvero il fatto che la
"fenmmina" sia portata alla tenerezza soltanto se investita
del ruolo materno, se si escude il fatto che, in modo più superficiale
e meno duraturo, lei potrà assumere atteggiamenti "dolci"
per fini seduttivi, oppure, quasi violentando se stessa, si adeguerà
al modello "dolce", per ragioni contingenti.
Di
solito questa porta naturalmente la femmina a rifiutare il rapporto
coniugale, mentre lo stesso maschio-uomo potrà risultare inibito
dagli stimoli-chiave di tipo materno emanati dalla sua partner, a
causa della tendenza a evitare i rapporti vissuti come incestuosi
(i cosidetti "tradimenti" o "corna" si possono
considerare una specie di fuga da un rapporto vissuto come incestuoso).
Non è raro constare che una donna sia rimasta vedova bianca
sin dal momento in cui lui l'ha vista incinta.
L'assetto relazionale di tipo primario potrà essere ulteriormente
motivato dal disagio di ambedue dovuto alle quotidiane tensioni e
dall'umanamente comprensibile desiderio di uscirne, in questo modo,
però si corre il rischio, sul piano coniugale, dal momento
che il rapporto sessuale abbinato a una dimensione parentale verrà
vissuto come incestuoso.
Che
fare?
Al
solito conviene prevenire o, nei casi (del resto molto comuni) in
cui non si è appropriatamente fruito dei necessari fattori
di crescita bio-psico-sociali, ponendo riparo all'eventuale arresto
della crescita del proprio Io o/e alle eventuali complicazioni traumatiche
soprattutto a quelle subite nei primi tempi di vita.
Pier Luigi Lando