PER UNA POLITICA DELLA FAMIGLIA OGGI

Dato per pacifico che l'istituzione familiare è, naturalmente e socio-culturalmente, indispensabile per uno sviluppo fisico, psico-affettivo e morale di ogni persona, rimane da prendere in esame ciò che sta alla base di un insieme di manifestazioni sconcertanti che sempre più di frequente sono oggetto di trasmissioni teleradiofoniche, di servizi e articoli sulla stampa, spesso sulle pagine di cronaca nera.
Non v'è dubbio che una società istituzionalmente organizzata abbia bisogno, anzitutto, della stabilità di questa istituzione di base, che dà vita ai futuri cittadini.
Ora, siccome essa, di solito, viene fondata su ciò che è più instabile e mutevole, quali sono l'attrazione sessuale tra due giovani, le emozioni, i sentimenti, ogni società civile è ricorsa a norme legislative per regolare sia le unioni che le separazioni e l'assegnazione degli eventuali figli.
Da un punto di vista psico-socio-dinamico, la famiglia si trova ad essere protagonista nella formazione di un determinato tipo di cultura e, nello stesso tempo, immersa in un medium culturale che finisce per assorbire anche in modo passivo, acritico.
Oggi, avremmo una messe di conoscenze preziose sulla dinamica di vari fenomeni - sia di quelli attrattivi e unificanti sia di quelli conflittuali - che si verificano più di frequente in seno alla coppia coniugale e al gruppo familiare.
Per esempio, sappiamo che un'attrazione non è sempre genuina e che, invece, la cosiddetta scelta può essere sottesa da istanze irrazionali, sino a configurarsi in un'area parapsicopatologica (borderline) che va dalla tendenza di ambedue i promessi a comportarsi da regista e attore secondo un copione da giochi alle E. Berne, sino a raggiungere livelli più vicini ancora alla psicopatologia qual'è la compulsione a ripetere.
Istanze di questo genere si possono nascondere pure sotto il desiderio (coatto) ad avere uno o più figli ad ogni costo.
D'altro canto, una pluridecennale esperienza di ormai innumerevoli operatori su gruppi familiari ci rivela che il tipo di famiglia nucleare, isolato da un contesto comunitario, è a rischio, nel senso che esso dà luogo a problemi di vario genere, anche di tipo nevrotico e, perfino, psicotico.
Se diamo, intanto, uno sguardo a quanto, di solito, avviene nelle specie filogeneticamente precedenti la nostra, laddove le leggi della natura prevalgono, possiamo constatare come la nascita dei figli è regolata, anzitutto, da una severa selezione della coppia prolificante, mentre altre componenti(generalmente le femmine) il branco aiutano la coppia genitoriale nell'allevamento della prole.
E' interessante osservare che neanche negli animali è sufficiente l'istinto per divenire buoni genitori: in effetti, in particolare in specie filogeneticamente più vicine alla nostra, èssi pure hanno bisogno di apprendere dalla madre le prestazioni parentali.
Tuttavia, essi, normalmente, dimostrano una relativa migliore capacità di prestare funzioni genitoriali accretive rispetto agli umani, nel senso che gli animali, in natura, riescono ad allevare i propri figli al meglio della loro specie.

Particolarmente oggi, si lamenta un fenomeno paradossale e che appare in aumento: quello dei figli che non se ne vogliono andare.
In effetti, uno degli indici più significativi di riuscita della funzione educativa dei genitori ci può apparire, di primo acchito, come paradossale, giacché consiste nel dissolvimento del gruppo primario o, meglio, nella diaspora, promossa da una raggiunta autonomia da parte dei figli.
Pur è vero che, per tanti casi, questo fenomeno è attribuibile a condizioni socio-economiche - si spera contingenti - ; ma, forse, per tanti altri, è riconoscibile una sproporzione tra competenze psico-sociali - normalmente acquisite con la maggiore età - ed esigenze sociali, diverse da quelle tradizionali, vigenti al tempo dei genitori, forse anche alquanto più complesse, ma non assolutamente eccessive.

Un altro elemento che sembra regolare il comportamento prolificante degli altri esseri viventi è quello delle condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo della prole: fanno notizia, per esempio, gli animali che prolificano in cattività.
Siccome nessuno di noi si sognerebbe di copiare quanto fanno gli animali, tradotto in termini umani quanto sopra accennato, ricaveremmo che, per divenire genitori, occorrono attitudini e preparazione.
Unitamente alla verifica delle attitudini, andrebbero chiarite le motivazioni per cui si intende prolificare.
Vi sono diversi indizi che autorizzano a pensare che tanti avrebbero fatto e farebbero tuttora a meno sia di accoppiarsi sia di avere figli, se non fosse per una piuttosto pesante e invadente pressione sociale a compiere passi di questo genere
Non sembra eticamente ammissibile che si prolifichi in nome di un diritto ad avere figli da parte degli aspiranti genitori o secondo criteri numerici e di percentuali.
Se consideriamo che la qualità di una collettività umana dipende da quella dei suoi singoli componenti, così come la qualità di un fiume, di un lago, di un mare dipende dalla qualità delle singole gocce d'acqua e che questa qualità degli umani dipende in buona parte dal tipo di educazione che i genitori sono in grado di amministrare, allora non possiamo ulteriormente ignorare le esigenze di preparazione e di sostegno, rispettivamente, degli aspiranti genitori e dei genitori stessi che si dibattono ogni giorno con problemi spesso drammatici con i propri figli.
Siccome i nostri comportamenti non sono in diretta connessione con le istanze naturali, allora dovremmo supplire, almeno per ora, con servizi territoriali dotati di personale appositamente preparato.
Quando si parla di preparazione degli operatori e dei genitori, non ci si riferisce, ovviamente, a una mera preparazione di tipo nozionistico ad un'analisi di tipo freudiano o, comunque, del profondo.
Oggi si dispone di metodiche psicosociali (gruppi di discussione o gruppi problema, T. groups, gruppi di cambiamento sociale) abbastanza collaudate ed economicamente vantaggiose, anche per quanto riguarda il tempo occorrente per ottenere soddisfacenti risultati: infatti, è sufficiente, in media, una diecina di incontri settimanali.
In ogni caso, non dovrebbe mancare per nessuno almeno un servizio di counseling.

Per una politica della famiglia oggi - riveduto a cura di C. Capponi Pillot)

Non v'è dubbio che la famiglia è una molecola essenziale del tessuto sociale e che le numerose e rapide trasformazioni avvenute negli ultimi decenni ne hanno mutato la struttura, determinando molteplici e svariate manifestazioni sconcertanti che sempre più sono oggetto di trasmissioni teleradiofoniche, di servizi ed articoli di stampa o, peggio, di pagine di cronaca nera.
Eppure oggi è alla portata di tutti una messe di conoscenze preziose sulla dinamica dei vari fenomeni - sia di quelli attrattivi sia di quelli conflittuali - che si verificano più di frequente in seno alla coppia coniugale e al gruppo familiare.
Intanto bisogna dire che la mancanza di stabilità affettiva, di cui mai come in questo periodo hanno bisogno i giovani, dipende da come viene considerato oggi il matrimonio: non più scelta definitiva, bensì tentativo di organizzare una convivenza che se non funzionerà e non darà le gratificazioni sperate, può essere facilmente spezzata e sciolta. Poi altre cause di disgregazione familiare possono essere considerate: l'isolamento che caratterizza la famiglia nucleare; i problemi economici dettati dalle richieste materiali sempre più incombenti; la bassa qualità di vita in alcuni centri urbani; la mancanza di armonia psichica tra i coniugi costretti a vivere esistenze separate, fino ad arrivare a lacerazioni più profonde dovute ad infedeltà, a violenze, all'alcolismo e alla tossicodipendenza. Questi ed altri motivi possono produrre aggressività fra adulti e nei confronti dei figli, i quali hanno bisogno di un clima domestico favorevole per crescere come personalità armoniche ed integrali.
Il calore affettivo non iper né ipoprotettivo; il giusto equilibrio fra autorità e libertà; il saldo rapporto madre-figlio nei primi anni di vita non disgiunto da quello col padre per la stabilità psichica; la coerenza tra il dire e il fare per presentarsi ai figli come modelli di identificazione; il dialogo costruttivo su tutti i fatti della vita; la conoscenza delle basilari nozioni di psicologia dell'età evolutiva per capire i comportamenti dei propri figli e sfatare errori e pregiudizi; la collaborazione con le altre istituzioni educative, come la scuola, per armonizzare univocamente l'impostazione educativa ed evitare disorientamenti e dispersioni, sono i primi impegni dei genitori attuali che si dibattono ogni giorno con problemi, spesso drammatici, con i propri figli.
Bisogna, infatti, rendersi conto che non è sufficiente l'istinto per divenire buoni genitori: questo non succede nemmeno nelle specie animali, tanto meno per gli esseri umani ai quali serve attitudine e preparazione. E questa ultima non a livello nozionistico, bensì con metodiche psicosociali, quali gruppi di discussione, gruppi-problema, T. groups, gruppi di cambiamento sociale, abbastanza collaudate ed economicamente vantaggiose anche per quanto riguarda il tempo occorrente per ottenere risultati soddisfacenti.