E’
IL COSIDDETTO NEMICO INTERNO CHE PERPETRA LA PENA DI MORTE
Con
l’espressione “nemico interno” si intende raffigurare
l’insieme delle esperienze negative introiettate durante i primi
tempi di vita e che danno luogo a tutta una serie di atteggiamenti
e comportamenti auto ed etero-lesivi come reazione a torti subiti,
in ottemperanza alla legge del taglione.
In analisi transazionale, con l’espressione più cruda
e meno elegante di “padre porco”, si esprime un concetto
analogo.
Ad esso si deve l’irrazionalità e l’irriducibilità
di certe posizioni eccessivamente intransigenti come quelle per la
pena di morte.
In proposito, ricordo quanto affermava il prof. Mario Gozzano: “I
moralisti sono sempre sospetti dal punto di vista morale e psichiatrico”
e che credo egli stesso sarebbe d’accordo nel riformulare così:
le reazioni moralistiche sono sospette dal punto di vista morale e
psichiatrico, giacché “i moralisti non sono una categoria
a parte, mentre le reazioni moralistiche possono essere espresse da
ciascuno di noi.
In base alle conoscenze psicodinamiche, possiamo spiegarcele come
dovute a risentimenti accumulati durante l’infanzia per lo più
in rapporto a rivalità edipica o/e fraterna, nonché
a processi proiettivi sostenuti da complessi e sentimenti di colpa.
Ormai è generalmente noto che la gelosia è spesso sostenuta
da tendenze - a volte inconsce, ma anche effettuate – al “tradimento”.
Quest’ultima esemplificazione forse evidenzia meglio come le
manifestazioni siano apparentemente tanto diverse, ma come siano sostenute
da analoghi processi psicoemotivi.
La passione per i “gialli”, per i “polizieschi”
o l’eccessivo interesse per la cronaca nera possono avere analoghe
origini.
La delega allo Stato, all’istituzione legale a perpetrare un
delitto qual è quello di uccidere una persona umana costituisce
un estremo tentativo della psiche, posseduta da un sadico “nemico
interno”, di soddisfare le su accennate istanze (connesse con
risentimenti e sensi di colpa) senza lordarsi le mani di sangue umano.
Roma,
28 giugno, 2000 ________________Pier
Luigi Lando